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Lo smart working, il governo lo vuole, ma pochi lo applicano e mancano gli smart caffè.
- 29 Luglio 2020
- Pubblicato da: cl2jt2in
- Categoria: Senza categoria

In Italia c’è sempre la tendenza a rallentare i processi tecnologici, a innovarsi. Si pensava che con l’emergenza covid-19 qualcosa potesse cambiare, ma finito il periodo di fuoco, qualcuno ha alzato la cornetta e ha ordinato alla gente di tornare in ufficio. Esiste purtroppo ancora la credenza popolare che il lavoro da remoto sia per gli sfaticati e purtroppo c’è anche da parte di chi dovrebbe dirigere i lavori pochissima competenza e conoscenza in ambito informatico. Alcune aziende, poche lo hanno applicato con successo, la pubblica amministrazione in alcuni casi lo ha fatto, in altri ha finto di applicarlo. In questo settore siamo ancora gli ultimi in Europa, anche a causa di una classe dirigente non molto giovane che ostacola il processo di innovazione e che ha lavorato per impedire la trasformazione in ambito digitale. Per la prima volta nel nostro paese abbiamo un Ministro all’Innovazione, Paola Pisano, la quale per sua sfortuna sarà costretta a fare una gara contro il tempo. I giovani con le competenze adatte a favorire la trasformazione digitale spesso sono sottopagati, disoccupati o percettori di reddito di cittadinanza.
Basta farsi un giro sul noto portale di lavoro Indeed, per comprendere che ancora nessuno ha realmente compreso cosa sia e come funzioni lo smart working. Le offerte di lavoro sono perlopiù orientate al porta a porta online, ai call center, al recupero crediti oppure a chi ha competenze specifiche e sa programmare.
In realtà il lavoro agile e a distanza negli altri paesi è pensato anche per chi deve svolgere mansioni elementari o semplici compiti da ufficio. Il telelavoro ha permesso ad alcune aziende di incrementare la produttività del 30%, orientandosi sulle tempistiche dei progetti piuttosto che sugli orari standard. Questi sono fatti e non supposizioni, il telelavoro funziona e anche bene.
Mancano anche gli spazi, se per esempio uno ha problemi a rimanere a casa potrebbe lavorare anche direttamente nei locali, nei caffè; In Olanda c’è un giro economico pazzesco all’interno degli smart caffé, chiamiamoli così. Sono locali predisposti con la connessione wifi i cui tavoli sono dotati presa elettrica per ricariche per smartphone e pc. Nei parchi sarebbe possibile dotare tavolini e panchine di dispositivi predisposti per la ricarica wireless. Il fatto che si parli di innovazione nell’ambito della ristorazione è un fatto, a livello personale, essendo una persona che lavora molto in mobilità, sinceramente quando vedo un bar che è rimasto immutato nel tempo esattamente come quindici anni fa, in cui mi fanno sentire a disagio se gli consumo la corrente, mi fa venire voglia di non rientrarci più.
Fabio Papurello