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I videogiochi come metodo di apprendimento, il cambio di paradigma per una formazione migliore
- 17 Agosto 2020
- Pubblicato da: cl2jt2in
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L’Italia è un paese con una cultura e una storia straordinaria, molti stranieri vengono qui solo per poter accedere a questo infinito pozzo di realtà antiche. Ogni regione, ogni provincia possiede bellezze straordinarie che ci aiutano a ripercorrere più di duemila anni del nostro passato. Purtroppo però questo patrimonio non viene valorizzato. Nonostante alcuni musei si siano aggiornati e abbiano digitalizzato alcuni servizi, ci sono ancora moltissime realtà nascoste che potrebbero permettere al nostro paese di vivere di rendita incrementando anche le opportunità di lavoro. Il problema principale è che noi italiani siamo i primi a fregarcene perché spesso non veniamo formati nella maniera corretta o perché non abbiamo la voglia e l’entusiasmo di apprendere e questo è anche a causa del fallimento del metodo scolastico. La scuola non può essere impostata come vent’anni fa, deve essere inclusiva e adattarsi alle tecnologie moderne. E’ giusto, leggere e studiare, ma quando ci si diverte si apprende meglio, non è una supposizione è un dato di fatto, tutti si ricordano quella volta a gardaland, ma pochi si ricordano il noioso documentario sui movimenti magmatici. Sì, perché la scuola spesso risulta noiosa, ma se le cose cambiassero? Se all’interno di un museo potessi seguire una miniserie avvincente su una determinata epoca, magari anche un po’ romanzata con dialoghi dell’epoca e riferimenti al loro modo di vestire, alle architetture del loro tempo, pensiamo a una ricostruzione totale di Roma antica. Oppure se fossi chiamato a interagire all’interno di una realtà virtuale in una determinata epoca, facendo delle scelte come all’interno di un videogioco e man mano che la storia prosegue mi viene detto se le scelte che ho fatto sono errate o meno.
I videogiochi negli ultimi anni hanno cambiato la loro struttura e meccanica divenendo sempre più complessi, alcuni quelli di tipo narrativo aiutano anche a sviluppare la mente e portano a riflettere e in base alle scelte fatte dal giocatore si possono sviluppare trame e conseguenze diverse. Ricordo il primo gioco di questo tipo a cui mi approcciai, si chiamava heavy rain, vestivo i panni di quattro personaggi diversi, tra cui un agente dell’ fbi con seri problemi di droga. Tutti e quattro i personaggi indagavano sulla scomparsa di un ragazzino scomparso. Per poter risolvere la trama bisognava raccogliere indizi e ricordarseli a mente per sapere quali decisioni prendere in determinati istanti, saltare alcuni passaggi avrebbe potuto comportare il fallimento della missione. Ad oggi sono stati sfornati molti titoli analoghi, alcuni riportano vere e proprie trame di vita che possono aiutare le persone a sapere come muoversi in determinate situazioni. I videogiochi ad oggi, potrebbero essere utili per l’apprendimento in diversi campi, dalla psicologia, alla biologia fino agli insegnamenti della geografia e della storia.
In Detroit Become Human, investite la parte di un cyborg che deve prendere decisioni nei confronti di un padre violento che maltratta la figlia e seguirete i panni di un androide c he vuole guidare la resistenza
In Heavy rain seguirete i panni di una reporter, un agente dell’fbi, un padre disperato e un investigatore privato
Ora proviamo a immaginare qualcosa di simile in ambito scolastico
Fabio Papurelllo